Ogni individuo vive secondo il proprio orologio biologico e l’organismo umano segue un determinato ritmo che si ripete ogni giorno.
L’ orologio interno è influenzato in particolare dal sole e dall’alternanza di luce e buio. Il bioritmo circadiano è collegato al ciclo luce-buio che regola anche la circolazione dell’ “ormone del sonno” melatonina. La produzione di melatonina aumenta con il buio: “frena”, abbassa l’attività e rende stanchi.
Anche solo piccole variazioni dei ritmi biologici possono influenzare il ritmo sonno-veglia e la salute-fino a quando il corpo si sarà adattato ai cambiamenti. Questa fase di adattamento può durare diversi giorni e cambia da persona a persona. Chi ha bisogno di quattro giorni, chi invece (molto raramente) di 14 giorni. Fino ad ora la scienza non ha ancora dimostrato, ma risultano improbabili, effetti negativi a lungo termine dei cambi orari: in primavera dal normale orario dell’ Europa Centrale (TEC) al Tempo Estivo Centrale Europeo (CEST) e in autunno di nuovo al TEC ( spesso chiamata “ora solare”).
In primavera, con il cambio dall’ora solare all’ora legale, l’orologio viene spostato avanti di un’ora. Questo significa che, se normalmente al mattino vi alzate alle 7.00, adesso saranno solo le 6.00. La secrezione di melatonina subisce uno squilibrio e la secrezione dei glucocorticoidi è ancora bassa. La pressione sanguigna e la frequenza cardiaca seguono ancora il ciclo del buio. Vi manca un’ora di sonno. Siete stanchi, deconcentrati e vi sentite fiacchi. La sera, al contrario, vi sentite energici anche se sono le 23 quando di solito andate a dormire. Ma per il vostro orologio biologico sono solo le 22.
In autunno invece, quando l’ora viene riportata al normale orario (TEC), molte persone la mattina si svegliano prima e la sera sono stanche presto. Anche in questo caso il ritmo viene, più o meno, scombussolato. Pochi coloro che non ne sentono gli effetti. A risentirne maggiormente sono gli anziani, i neonati e i bambini il cui organismo fatica maggiormente ad adattarsi ai cambiamenti. A causa della “stagione buia”, cioè autunno e inverno, aumenta la produzione dell’ “ormone del sonno” melatonina, con conseguente aumento della sonnolenza.
Adattarsi al cambiamento dell’orario, due volte all’anno, risulta particolarmente difficile alle persone che soffrono di insonnia. Anche coloro che soffrono di disturbi organici hanno spesso problemi.
Gli effetti negativi sulla salute del cambio orario sono simili a quelli di un piccolo jet lag. Fino a quando l’orologio interno e la routine quotidiana non si saranno ristabiliti si possono verificare i seguenti sintomi:
Disturbi del sonno
Stanchezza
Stress psicologico
Stress cardiaco
Difficoltà di concentrazione
Irritazione
Inappetenza
Problemi digestivi
Non tutti vengono colpiti da questi problemi di salute e anche la gravità dei sintomi è diversa da individuo a individuo. Dopo un periodo di adattamento che varia dai quattro ai 14 giorni, in cui l’orologio interno e la routine quotidiana si riallineano, gli effetti del cambio orario scompaiono.
Chi dovesse avere gravi problemi dovrebbe rivolgersi a un medico. Nella maggior parte dei casi i sintomi causati dal cambio orario non necessitano di intervento medico. Per quanto possibile dovrebbe essere evitata anche l’assunzione di sonniferi. Chi fatica molto a dormire dovrebbe provare innanzitutto con le terapie naturali a base di erbe, in particolare con valeriana, luppolo e melissa sotto forma di tisane o di compresse. Il dosaggio corretto è particolarmente importante.
Anche in questo caso sarebbe preferibile consultare un medico.