Per gli esseri umani, invecchiare significa subire grandi cambiamenti, anche per ciò che riguarda il sonno. Le persone anziane spesso non riescono più ad addormentarsi velocemente come prima e/o a dormire ininterrottamente e profondamente come quando erano più giovani. Di conseguenza, molti di loro, al mattino, non si sentono per nulla riposati e la stanchezza che si protrae durante la giornata viene compensata, nella maggior parte dei casi, con un riposino pomeridiano. In seno ad un sondaggio realizzato dall’Università di Zurigo, il 60 per cento degli intervistati, la cui età oscillava tra i 65 e gli 83 anni, ha dichiarato di fare spesso o tutti i giorni un sonnellino dopo pranzo.
L’insonnia senile, che si manifesta anche attraverso un precoce risveglio mattutino, non è data dal minor bisogno di sonno delle persone anziane, come molti di noi purtroppo credono, ma da una minore produzione di melatonina nella terza età. Oltre a ciò, il ritmo sonno/veglia tende a spostarsi: le persone anziane vanno solitamente a dormire presto e di conseguenza, ad alzarsi prima. Ma anche i sonnellini durante il giorno portano ad una diminuzione delle ore di sonno durante la notte.
Il problema di non riuscire a dormire ininterrottamente di cui soffrono molti anziani, dipende dal fatto che con l’avanzare dell’età, la fase di sonno profondo tende ad accorciarsi; al contrario, la fase di sonno leggero, durante la quale anche piccoli rumori possono svegliarci, tende ad accorciarsi. Un altra causa dei risvegli notturni degli anziani è la necessità più frequente di andare al bagno che si manifesta soprattutto a partire dai 65 anni d’età.
Un cattivo sonno non deve essere considerato un sintomo inevitabile della vecchiaia che avanza. Al contrario, seguendo un paio di semplici regole è possibile migliorare in fretta la qualità del proprio riposo notturno.
Uno studio del 1988 realizzato dall’istituto di ricerca Gallup ha svelato che le persone, che rimangono dinamiche anche con l’avanzare dell’età, dormono meglio rispetto a quello che invece tendono a ridurre le attività quotidiane. Per questo è consigliato organizzare le proprie giornate inserendo sempre dei momenti per leggere, per fare sport e incontrare gli amici.
Trascorrete più tempo possibile all’aria aperta perché la luce del giorno ha effetti positivi anche sul sonno notturno. In questo modo si rimane attivi e svegli durante il girono e ci si sente più stanchi quando la notte fa capolino ed è ora di dormire.
Non mangiate troppo presto la sera (!) e rinunciate a piatti troppo grassi e bevande alcoliche. Cercate di bere a sufficienza durante il giorno ma evitate di assumere liquidi immediatamente prima di andare a letto, in modo da ridurre la necessità di andare in bagno durante le notte.
Anche nel caso in cui vi svegliaste molto presto al mattino, alzatevi subito senza cercare di recuperare il sonno che vi manca rimanendo a letto: così facendo si ottiene esattamente l’effetto contrario.
Se possibile rinunciate al riposino pomeridiano e rimanete svegli tutto il giorno. Se proprio non fosse possibile, limitate la durata del riposino ad un massimo di 60 minuti. Dormendo di giorno accorciamo infatti la durata del riposo notturno.
Cercate di regolare il vostro ritmo sonno/veglia in modo da svegliarvi non prima delle sette di mattina. A questo scopo ritardate il momento in cui andate a letto, restando svegli più a lungo del solito.
Zulley, Jürgen (2005). Mein Buch vom guten Schlaf. Endlich wieder richtig schlafen. 3. Auflage. München: Wilhelm Goldmann Verlag, 2010
Bobély, A. Das Geheimnis des Schlafs. http://www.pharma.uzh.ch/static/schlafbuch/KAP3.htm (23.01.2014)
http://www.charite.de/dgsm/rat/alter.html (23.01.2014)